martes, 26 de octubre de 2010

(altre misure del tempo)

No estábamos enamorados, hacíamos el amor con un virtuosismo desapegado y critico, pero después caíamos en silencios terribles y la espuma de los vasos de cerveza se iba poniendo como estopa, se entibiaba y contraía mientras nos mirábamos y sentíamos que eso era el tiempo.
Julio Cortazar, Rayuela





(io non bevo birra, la odio, ma la guardo, mi piace pensare alla schiuma che si spegne come a una misura del tempo che si consuma o un cronometro dimenticato, e noi lì, appollaiati sul bancone di qualche bettola del barrio – insieme, adesso - è tutto impercettibilmente più vicino alla sua fine, ma tu mi guardi e anche lo spazio che ci unisce si è dilatato o diviso in una crepa immaginaria che è come Shibboleth nella Turbine Hall, e nessuno sa perché ma il tempo ha cambiato qualcosa, il tempo è cosi, ti censura il trucco e scopre un corpo a metà o un coniglio - non è magia - e il processo ci è sfuggito perciò è un casino interpretare il risultato, ma c’è qualcosa di chiaro in tutto questo - è prestigio - qualche debole evidenza di un bianco malaticcio in micromovimenti di autoannullamento, il mio tinto ancora pieno e, secondo me, quando i tuoi occhi si saranno abbassati e anche tu capirai la forma del tempo e dell’oblio, non ci sarà più ragione per tornare a guardarsi oppure chiedersi se magari, aspettando ).