jueves, 6 de agosto de 2009

A volte mi domando se dovrei fare qualcosa per diradare o almeno ostacolare la mia evidente tendenza all'ossessione. E' ufficiale, sono una persona ossessiva (ossessionante, ossessionata, ossessa con tutti i suffissi potenzialmente applicabili). E' uno stato preoccupante ma, poichè mi accompagna da sempre, nel tempo l'ho normalizzato fino a farlo diventare un corollario qualunque del mio agire sociopatico e complessato, una di quelle componenti del pacchetto che decisamente non somiglia all'immagine idealizzata che ho di me, e perciò tendo a nasconderlo, esattamente come si fa quando ci stanno per scattare una foto e tratteniamo la pancia quasi soffocandoci, eppure – nonostante gli sforzi investiti nelle migliorie plastiche – la fotografia finisce sempre col tradire qualcosa di noi, qualche scomoda essenza che non avevamo considerato e che non ci rappresenta come vorremmo, che forse in fondo non ci appartiene per davvero o almeno questo preferiamo credere.
Ma oggi mi vedo meglio, con tutti i nonostante annessi, specchiofilia inspiegabile data l'insonnia che ha sbranato le mie 6 ore di sonno, passate a rotolarmi nel letto appallottolando le lenzuola (odio che si appallottolino le lenzuola) con un'attività onirica fastidiosa e una sveglia disperata, un'agenda programmata dalla sua culla alla sua tomba, cuelgue di intenet e piena paralisi di fronte allo schermo del computer, colazione con cereali e facebook, update dell'i-pod con la nuova musica piratata durante la notte, biciclettata fino alla galleria medievalcomtemporanea in cui lavoro e sei ore seduta su questa sedia a putrefare i miei pensieri (ossessivi) e le mie sensazioni (idem).
Se potessi autodiagnosticarmi le piaghe da decubito della mente, avrei inventato la mia perfetta patologia.